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Felicia Bartolotta Impastato

(Cinisi, 24 maggio 1916 – 7 dicembre 2004)

Felicia nasce in una famiglia piccolo borghese della provincia palermitana. Nel 1947 sposa Luigi Impastato, membro di una famiglia di piccoli allevatori legati alla mafia locale. Il padre la voleva sposa di un altro, ma lei si rifiuta. Eppure, appena sposata Felicia si accorge che le cose non funzionano. Non accetta i misteri e le amicizie criminali di suo marito Luigi, lo ammonisce sul portare persone losche a casa, soprattutto dopo la nascita dei loro figli Giuseppe e Giovanni. Le amicizie di Luigi le sono ben note: prima legato a Cesare Manzella, capomafia locale; poi, una volta morto Manzella, Luigi stringe rapporti con il nuovo boss Gaetano Badalamenti. Intanto, i figli si fanno grandi. Giuseppe, detto “Peppino”, già adolescente, capisce in che affari è immischiato il padre: “Veramente delinquenti sono allora”, dice a mamma Felicia. Giuseppe porta avanti con coraggio il suo impegno politico e civile contro la mafia attraverso le sue trasmissioni alla radio e il giornale L’Idea Socialista, finchè il padre lo caccia di casa. Felicia inizia una duplice lotta: in casa, contro suo marito e fuori, per difendere il figlio. Le parole di Peppino sono affilate e pericolose, colpiscono con sarcasmo la mafia e scardinano la legge dell’omertà che vige in quei territori dominati da Cosa Nostra. Felicia è al fianco del figlio in quegli anni difficili, fino alla morte del marito Luigi (1977) e oltre, per gli otto mesi che condurranno all’assassinio del suo Giuseppe. Cerca di fermarlo, di dissuaderlo dal parlare in modo tanto spregiudicato, per poterlo salvare da un destino che lei già intravede. Giuseppe Impastato viene ucciso nella notte tra 8 e 9 maggio 1978 proprio da Gaetano Badalamenti. A distanza di poche ore viene ritrovato il corpo senza vita di Aldo Moro, presidente della Democrazia Cristiana, in via Caetani a Roma e la morte di Peppino è solo un’altra morte di mafia. Nella lontana Sicilia Felicia, una madre senza più un figlio, decide che la parola, la richiesta di giustizia, il racconto, la memoria sono gli strumenti di una lotta tenace contro il sistema mafioso. Diventa, quasi novella figlia di suo figlio, la testimone e la discepola della rivoluzione di Giuseppe “Peppino” Impastato.

La Rosa

L.D. Braithwaite

Rosa rifiorentissima, di un rosso cremisi intenso, il profumo leggero che si intensifica alla maturazione del fiore (perfetto per lei), alta circa 110 cm.
Per Felicia è stata scelta questa rosa per diversi motivi: è a fiore doppio e la sua forma di rosa antica richiama un po’ la forma del garofano che era il fiore preferito di Felicia. e’ rossa ed è stata posizionata al centro del roseto come se fosse il cuore pulsate, mamma  silenziosa e coraggiosa, che ha protetto e continuato a difendere ‘il giusto’ nonostante tutto e tutti.